sefamalesoloameeeeee. La citazione è rétro perchè a quel Sanremo lì sono rimasta. Che vinse una canzone ostica per il pubblico medio -mi ripeteva sempre la signora Emilia nelle nostre sere insieme, cara la mia nonnina d’adozione- che la vittoria se la meritava la Goggi anche se vabbè anche per Elisa era bella -lo diceva in mio nome, onesta. ManoiuntempociamavamoconElisaaaaa.
Mi sono alzata canterina a ritroso. Bussa primavera e non va bene. Però il primo pranzo all’aperto della stagione non si può passarlo sotto silenzio. La pace, la quiete, l’odore di forsizia che sgretola le zolle, strisce di neve nera, orme di animali nel fango rigido ma pronto a cedere. Come il mio petto che ad ogni respiro ampio perde un tempo tra il batttere e il levare. Comunque, quando osservo gli animali docili della fattoria, sento spesso di aver sbagliato qualcosa. Me lo dico in una carezza.
Quella carezza estranea ma vera che ieri avrei dato a una bambina di dieci anni. Che darò domani a Ponciponci, diciannove mesi di monelleria e canzoncine insegnate dalla zia. Quella che con la mano non faccio sempre in tempo a dare anche se metto la mano a ritroso verso questo cielo stramaledetto azzurro.