E forse è proprio per questo che hanno inventato la radio

Babbo ci partecipava ai quiz calcistici sulle radio locali e vinceva premi che eran tutti per me. Il primo fidanzatino ci faceva un programma di dediche sulle radio locali fino a quell’ultima volta quando la dedica fu per un nome che non era più il mio. Mamma cantava, stop, lavando i piatti.

Io ascoltavo di notte, mia sorella diceva “spegni sta lagna, mi mette l’ansia sto gezz” e c’era già stata la stagione della grande radio milanese, 101, con la sua programmazione molto black, c’era già stato il dee jay delle grandi narrazioni notturne, Mario Panda.
Mamma cantava, cambiando le parole.

Poi ci fu l’esame a quella facoltà lasciata a metà, storia della radio e Guareschi, il nostro Giovannino Guareschi che dal lager con pochi mezzi di fortuna, che so come se si potesse fare la radio con una scatoletta di tonno, se la costruì la radio caterina.

Cosa venne dopo è una storia così bella che non posso quasi raccontare. Ma sfocia in un matrimonio, sicuro.

Che pure Sanremo, le volte che c’è, per me è ascoltarlo alla radio, non vederlo, che la musica, poc’anche ce ne fosse, si ascolta, non si guarda. Così ierisera uno che solo oggi gugolando ho capito chi fosse cantava una delle canzoni della mia mamma.

Oggi per cui le dico “mamma, ierisera alla radio sentivo una delle tue canzoni, ma quale, mamma, aspetta che te la canto “Io, io mi fermo quiiiiiii, qui dove vivi tuuuuu” e mamma dice “ma tanto io poi mi invento le parole”.

Che se mamma sapesse da quanto tempo aspetto quella nave che passerà, dove arriverà, questo non si sa, sarà come l’arca di noé, il cane il gatto io e te; forse mamma lo sa quando ancora canta sistemando i piatti…

Oggi è il World Radio Day e io che ascolto, lo celebro così.

Featuring mamma, ovviamente, e gli Stadio, nel titolo.

34 pensieri su “E forse è proprio per questo che hanno inventato la radio

  1. La radio è stato il mio primo amore, da ascoltare di giorno e di notte cambiando pelle e colonna sonora. Ricordo che tentavo di registrare i pezzi che volevo riascoltare inseguendoli girando la manopola avanti e indietro 🙂 i primi Beatles li ho ascoltati così e non sapevo neppure chi fossero ma ero davvero piccola 😉

  2. Senza la radio non saprei come iniziare le mie giornate. È una traccia fissa a partire dalle sette quando sono già bello e pronto alla mia scrivania. Quelle voci che mi fanno compagnia, le notizie che mi aggiornano e lo fanno con profondità, quelle canzoni che sempre qualcuno ha scelto perchè non è solo un messaggio commerciale……… e poi ogni tanto quelle canzoni che anche la mia mamma canta riportandole dal passato e poi un giorno ascolti la radio ed ecco che per magia qualcun altro ci ha pensato e te la fa riascoltare!!

  3. Oggi ho spento, che era il giorno della radio e io qui a leggere non lo sapevo. Radiotre comunque, solo e sempre, vecchia e noiosa che son. Da ragazzina la demenza di digei fargetta dopo la discoteca della domenica pomeriggio, madonnellamia che trash.

    1. Sono stagioni. Quella di Farheneit (vinsi anche un libro) e quella della “bambina nel tombino”..era Fargetta? Boh, quella sì che fu una stagione brevissima, pomeriggi prima di studiare…

  4. Noi, negli anni ’50, non avevamo la TV, la prese a rate mio padre per le Olimpiadi di Roma. La radio era una TYelefunken, a valvole, ci metteva qualche decina di secondi ad accendersi.
    La si accendeva al mattino appena alzati, e la si spegneva prima di andare a dormire, a meno che non fossimo tutti fuori di casa. C’erano le commedie alla sera, i gialli (il tenente Sheridan avevacominciato in radio), i documentari (ricostruzioni storiche, per esempio), i dibattiti (ricordo “Il convegno dei quattro”, mi pare si chiamasse, una sera alla settimana si dibattevano questioni varie, con conoscenza ed educazione). E, non vedendo, si esercitava la fantasia.

    Anonimo SQ

  5. Periodi della mia vita associati alle drequenze radio.
    Radio Italia, Radio Reporter, Radio Lombardia, R101, Virgin, ormai da anni RMC.

  6. Io penso che mamma sappia sempre dove la nave va.
    Hanno tasti sensibili le radio mamme e quella del volume è solo una delle tante manopole in dotazione.
    Quando poi cambiano le parole alle canzoni, c’è da scommettere che il fiume carsico dei pensieri alimenti polle di chiaroveggenza.
    I babbi sono ludici, è noto che hanno vita facile nel far man bassa di premi con i quiz calcistici.
    Alle medie eravamo noi la radio Ad Alta Voce, lo sfigato di turno leggeva al microfono del refettorio Il mastino dei Baskerville e una platea di collegiali sorbiva in silenzio minestrina in brodo.

    easy

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