La sensazione di aver tralasciato qualcosa, essere stata superficiale.
Non azzeccare un minuto, l’auto davanti a te che guida lenta lenta.
L’ufficio chiuso, la carta persa. Tu c’hai solo il culo di passare lungo quella spiaggia. È tutto latte, nebbia e barche ferme. E neve tardiva, casta, vecchia.
Non voglio primavere, non voglio arrivi l’estate ma essere la barca ferma al lago grigio.
O guidare la moto o andarmene in Giappone.
[…] appocundria ‘e chi e’ sazio e dice ca e’ diuno appocundria ‘e nisciuno […]
è marzo, è la pioggia..ma poi vedrai che arriva la bella stagione e almeno i pensieri pesanti un po’ se ne andranno in fumo!!!
Li scacceremo, vedrai.
‘o lietto sconcecato può avere il suo perché
Più d’uno.
sai che io sono estiva in ogni mia più intima cellula, però devo ammettere che la fine dell’inverno vista lago deve avere il suo bel fascino…
Che il lago d’inverno, perlomeno qui, con sto fetecchio di microclima, è decisamente più bello. Niente eguaglia marzo che non vuole cedere.
poi passa al primo sole caldo 🙂
Mica sicura. Lì passa l’appocundria e arriva la malinconia. Son fatta storta.
Ma no, dai. Niente ipocondria né malinconia. Un abbraccio. 🙂
Mannaggia … 🙂
Se invece del Giappone fosse India, partiremmo insieme.
Eh, ma cambia idea, cosa vai a farci a fare in India. Sarai mica una di quelle fricchettone che porta i pantaloni larghi larghi? 😉
cavallo basso forever, my dear.