La storia siamo noi e le di lei tragedie, davanti alle quali più nessuno è incolpevole…
E poi la storia dentro di noi, davanti alla quale ce la vediamo, per fortuna, solo noi.
Poiché la Fallaci non è personaggio che amo, doveroso spiegare che questo libro lo lessi a dodici anni, ne rifeci il verso in un tema di quarta ginnasio che ci presi pure otto in italiano tanto era premiata la retorica; meno doveroso dire che certe telefonate lontane a volte si devono fare fuori dalle pagine dei libri laddove le ideologie se ne vanno in Affanculìde parecchio rapide pure.
Il senso di colpa è lo splendido tema decretato dalla vincitrice della settimana wolkerina, che non sa che potrei scriverci un’enciclopedia, con voci di pessimo spessore.
E che il senso di colpa che in letteratura mi ha appassionato e affascinato di più è quello al limite del mai pentimento di Humbert con la sua Lolita, con il quale decido di gareggiare, alfine.
Per le regole, che settimana prossima avranno dei cambiamenti bussate a ‘povna, inventrice del nostro gioco. E ci avviciniamo sempre più al 23 aprile e a #ioleggoperché