#ioleggoperché -i professori

#ioleggoperché di sabato in quinta ginnasio il professore di lettere, un integerrimo ma flemmatico abruzzese, aveva quattro ore di lezione di fila con noi, e greco e latino e italiano e geografia e cheppalle, anche. Le sue. Le mie.
Poi un sabato ci lesse e ci spiegò “a livella” di Totò, e quel sabato non mi andò più via.

#ioleggoperché
alle scuole medie il professore di storia, un pazientissimo e ironico salernitano, mi fece vedere tante volte il film “indovina chi viene a cena”. Me ne fece trascrivere dialoghi, tante volte. E il significato di quel film non mi andò più via.

#ioleggoperché alle scuole elementari, la maestra, una semplice e cattolicissima varesotta, ci fece ascoltare tante volte un brano di musica sinfonica e ci chiedeva di immaginare il fiume e come diventasse maestoso mentre cambiava il ritmo della musica. E quel saper sentire non mi andò più via.

Ieri le madri. Oggi tocca ai maestri. Domani vediamo.

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