Guidando nella sera già oscura, che scende all’equinozio, pensieri quieti, spazi di introspezione. La sera in cui chissà quanti bambini, piccoli, dormiranno leggermente agitati, per andare incontro a quella cosa nuova che tutti gli hanno chiamato addosso scuola.
Anche PonciPonci sarà tra loro, Ponci che ha visto il grembiule e ha detto “io quel coso non me lo metto o me lo metto per andare a pescare”.
Silenzio, da sola, un’emozione presa a prestito la mia.
Non mi dimentico di me, mi è stato chiesto se talvolta mi sento sola, da sola. No. La mia paura, al limite, per indole, è quella di perdere di tenerezza, spiegavo a Namica, giorni fa, che a mancarmi è solo l’esercizio della tenerezza.
Nella notte prima del primo giorno di scuola, per i bimbi della parte salva del mondo, e per me.
Silenzio e la canzone che spesso dimentico essere per me la scoperta della tenerezza.
Mi riaddormenterò e ricomincerò a sognare.
E pensa che x la mia domani sarà l’ultimo”primo giorno di scuola”.
Altro giro,altra ruota…
quinta elementare?
Che bella sei.
come una canzone di Rino Gaetano?
meno triste, meno squinternata.
la mia inizia il 15, la 4^ elementare. E l’emozione c’è sempre
Chissà cosa pensano loro, dentro, soprattutto i piccini…
Vorrei almeno sentire il mare …
o che ci fosse vento…
Caspita… sembra ieri che raccontavi che non sapeva dire la esse 🙂
Ponciponci mi ricorda qualche sfumatura della Roce; sei la sua madrina? Da noi si dice “Ra parrina a vina”. 😉
Zia e madrina sì.
Auguri a Ponciponci, auguri a te che hai cominciato, a noi che cominceremo. Basta che si cominci, però…