Alle 4.43 di stanotte una fitta alla gamba mi sveglia, così finisco a svegliare anche Noisette che sta dormendo o meglio stava dormendo accanto a me (ormai quasi tradizione la sua due giorni al lago qui) che mi dice un po’ ncazzata “prendi sto antidolorifico, muoviti” mentre già lo caccio giù, stremata.
Però non dormo e faccio la prima delle cose stupide della notte (forse la seconda contando di non averlo preso prima il brufen). Apro Facebook. Alle 4.43 tutto sarà quiete tranne gli amici oltreoceano e i miei link musicali.
Invece vedo il messaggio immediato “tutti svegli?” di amico Buontempone. E fo il secondo errore stupido, rispondere “ovvio” credendo si tratti di una delle vecchie maratone notturne che un tempo facevamo, noi della radio. Eran della radio anche i commenti di amico geologo e amica artista. Per capire in frettissima da quel “non mi dire che si è sentito anche da te” che ero stupida, parecchio stupida in quel momento. Mi sono scusata chiedendo se volesse l’eliminazione di tale sciocchezza per avere in cambio un affettuoso e veritiero “no, dai, siamo tutti un po’ stupidi a prescindere, roce”
Succede spesso di leggere il mondo con le proprie abitudini, almeno nell’immediato, almeno prima di capire.
Poi si affaccia sempre su Fb cuginetto dal litorale, tutti svegli anche lì. Cincischio ancora un po’ con amico geologo che mi dice sì stiamo ballando ma è stata del sesto grado la prima. Saluto tutti mentre il brufen entra in circolo, amico Buontempone chiede chi voglia uno spaghetto aglio e olio, nella sua spettacolare ironia e linearità. Saluto e dico mi affaccio domattina.
Faccio l’ultimo errore della notte, uso facebook anche io con la stessa leggerezza e stupidità con uno status che si stupisce di quanto la mia gamba sia collegata ai sismografi. Parlava di risvegli strani, di amici notturni, di facebook e dei suoi usi leggeri. Parlavo.
Quando al mattino ho visto come tutti l’entità del disastro, la paura che il post stupido fosse scambiato per idiozia condita da analfabetismo funzionale ha prevalso e l’ho eliminato. Lasciando il terreno al resto, ai martellamenti di tutti su tutto, agli “adesso solo silenzio” strombazzati sul profilo, a quella frase di Pavese (ma che caspita c’entri Pavese con Rieti e coi terremoti, mi chiedo anche) che alla settima volta che la ripostavano autisticamente ho chiuso tutto per davvero.
Ci ho sofferto in sordina tutto il pomeriggio, di questo piano temporale sballato che può far sembrare stupido chi non lo è. Ho pensato a facebook e a quei venti minuti con Buontempone, Geologo e Artista, vivi e perfino leggeri di paura. E mi son chiesta se preferirei un mondo senza facebook o similari, in cui siamo così stupidi tavolta. La risposta sta in quei venti minuti e nei miei otto anni di tanti anni fa, che ci vollero cinque giorni per sapere e non venti minuti.
La risposta è no.
La risposta è che si può essere anche un po’ stupidi. Per fortuna.