Che l’unico giorno di sole pieno me l’ero passato al lago dalle nove del mattino alle ventitré della sera, ed era stato un giorno bellissimo, iniziato dalla colazione nella pasticceria buona buona nella quale Bromur mi promise mi avrebbe offerto il croissant migliore della provincia quando mi avesse incontrato e non fossi stata più la prof. E infatti, meraviglioso Bromur, lui, la colazione, il croissant, il lago, il sole.
Poi il pomeriggio era precipitato in spiaggia tra incontri noti, non noti, telefonate e interviste che andranno anche su programmi radio.
Ma a dirla bene la stimmata cioè lo sbrego che campeggia sul ginocchio destro e non guarisce, eterno segno, è la prova di quando tenti di fare il bagno e ci sono le rocce. Ero lì, scivola piede a destra, sbrega polpaccio a sinistra, quando appare il ragazzo più bello del mondo che si avvicina e mi dice “così non ce la fai, te lo dico per esperienza, in questo punto l’unica è sederti su quel sasso lì piatto e buttarti in mezzo sennò ti fai male”. Io male me l’ero già fatta ma non abbastanza da guardarlo e dire però. Soprattutto quando si è rivestito, ha rimesso sul braccio la fascia profescional dell’aifon che conta quanto corri. E mi ha detto “ciao, buon bagno”. Fanbagno se era carino, il barbettino castano, mentre io lì col costume vecchio dell’anno scorso, quello col volant tipo gonnellino da jenni la tennista dei tempi che furono. A dirmi che mal costume.
La mattina dopo ero in negozio, voglio un costume a fascia un po’ fescion, prova la quarta prova la quinta riprova la quarta, vada per la quinta, mi raccomando controlli la quinta, eh. Bikini rosso smerlettato nel sacchetto, bimba felice, da lì pioggia e diluvio, addio lago, addio barbetta castano.
Nel frattempo sono riuscita a metter la crocetta sbagliata sul modulo giusto e mi son giocata il posto all’istituto durocome. Vabbé, questa è una nota di costume.
Ok. Siamo al costume italiano. Tirem innanz sta storia.
Poi al trentacinquestimo giorno di dacci oggi il temporale quotidiano, per sfinimento si prende l’auto nuova, la si riempie di sediolina, tenda, sdraietta, ombrellone, fornellino, materasso gonfiabile e si va a campeggiare in Francia, mica in albergo dove sei dentro e fuori è solo pioggia e francia. Bensì in campeggio, così fuori è solo sole e francia. Che va bene. Fino a quando mi infilo il costume e dico che strano, sul cartellino c’è scritto quarta. Gò sbajà ancora, maledizione. Non messo. Rimesso nel sacchetto. Scostumata.
Allora si entra in un negozio di costumi francesi, belli belli. E le due madamuaselle “uh la bell puatrin de chi la belle puatrine de là” compro un costume il contrario che adamitico, un po’ musulmanico, un tankini che ora so cos’è un tankini, un coso che così non prendo il sole sui segni, che a sen tropé tutti van con il sen al vent, io fo controtendenza. Che poi infatti la mattina però cambio idea e dico “ma poi a casa o l’anno prossimo se incontro il barbetta castano che ci faccio co sta muta fiorellonata”, torno dalle mademuaselle molto meno gentili del giorno prima, sarà che la cartdecreditt nulavon deja striscié, chiedo il cambio da tankini a bikini ma bien sur rispondono, fingono di controllare la taglia, la vedo bene che c’è, mi dicono “jesuìdesolé” nu lavonvendiù. Non è vero peggnente, putains de madamuaselle, e mi tengo il brutto costume restandoci un po’ mal.
E questo è il costume francese.
Oggi che son tornata da quell’inondazione azzurra di nuovo qua, con 18 gradi son tornata a cambiare il costume italiano. Le dico sciura, controlla ti controlla mi, alla fine abbiam messo nel sacchetto quello sbagliato. La sciura dice impossibol che ne aveva solo due e la quarta l’ha venduta ieri, è sicura. Sciura, il cartellino dice così. Sciura, povera mi guarda. “Lei non ricorda, le ho invertito i cartellini per poter darle la mutanda più piccina”. Che culo. E mi apre la fascetta della taglia della fascia e c’è un numero romano inequivocabile. Una grossa V di vaffanchiù va come sto esaurita.
Urge giornata di sole, se ritrovo il barbetta faccio voto che lo seguo di corsa, in kayak, a nuoto, nel pentatlon, al decatlon. Magari a comprare un buon costume.