L’ultima settimana è stata una prigionia, compresa la notte del venerdì che alle 1.38 si correggeva l’ultimo tema del penultimo pacco che quasi ci credi a babbino natale, sei te, e ti fai un regalo, glieli consegni prima delle feste.
In realtà amo così tanto il mio lavoro che lo trovo difficile, parecchio, delle volte.
I latintristi andavano e venivano nei corridoi a prendersi il diploma e facevano tappa da me, a lungo, primi esami, soliti sorrisi; non mi mancano più perché son tanto acquisiti che bere il thé con bromur, l’ultimo ad arrivare e a dirmi “sa, mi è sempre sembrata sprecata in quel posto di provincia così di provincia che più provincia di così ci son solo le Murge di Sicilia”.
Bromur tesoro, ridevo con le lacrime, le Murge però mi sa che stanno in Puglia. Bromur con un regalino a forma di libro, son curiosa come un gattaccio di quartiere ma se mi sforzo di fare l’albero, li apro anche a Natale, i doni.
Il mio Natale voluto, ripreso, inventato. Non è più quello del lo aspetto, dove andiamo e della neve vista da finestre di bellissimi alberghi storici e petrosi svizzeri o mericani.
Mi manca, la bella vita che mi facevo fare. Mi manca ma non so se la desidero ancora.
Guardo con ammirazione alle persone che sanno desiderare solo quel che hanno già.
Ma è contraddizione, perché si sa, desiderare è qualcosa che scende dalle stelle, mica roba terra terra. E tu scendi dalle stelle?
Mi manca, la bella vita che mi facevo fare. Mi manca ma non so se la desidero ancora
È il Natale del comprare i pennarelli a Ponci Ponci, il natale del dormire, del leggere, del cercare la neve qualche giorno in montagna con amici, è il Natale del parrozzo che mi viene ogni anno sempre meglio e finalmente so che lo stampo a cupola da purista ce l’avrò ben presto, è il Natale delle lunghe discussioni semiserie con i miei genitori, il Natale del ringraziare tutti i giorni quel bimbo concepito senza sapere, adagiato al freddo, ringraziarlo e chiedergli ancora di salvarci, se poi lo meritiamo. No.
A tutti gli amici, e diciamo così ai “presenti” di blog: presente! un grazie, un abbraccio, auguri.
Agli assenti, che portino o non portino neanche e mai più la giustificazione, auguri uguale.