La regola dell’avere smalto e della fissità del latino

Ecco vedi, dico alla ragazzina, brava eh, che viene a lezione di latino da me, le declinazioni devi saperle cantando, mica così, mentre lei conta sulle dita di una mano a, ae, ae, am, a, a.
Sulle dita, come faccio di conto io coi punteggi delle prove strutturate.
E sulle dita ogni settimana ha uno smalto diverso, la ragazza.
Io son settimane che non ho tempo di metterne uno. Da giorni che non ho più smalto.
È lì che conta is, is, i, em, is, e, quando vado, prendo la lima e limo quella del pollice mentre conta abam, abas, abat.
Mi dice la ragazza che lo cambia tutti i giorni ma che nervi quando le si rovina subito per qualche movimento, mentre asciuga.
E tocca a is, ea, id, eius eius eius quando io prendo la base trasparente e via, la prima mano.

Ecco, vedi, le dico, metti lo smalto tutti i giorni, ti si rovina subito. Invece tu fai così, apri il quaderno o il libro, stendi lo smalto, hai davanti la tabella delle declinazioni, le ripassi, cinque minuti ciascuna, vedrai che lo smalto si fissa e non ti si rovina.
Intanto passo la base trasparente per la seconda volta, e voilà stasera unghie da figa.

Questo al pomeriggio…

Al mattino, la quinta ora di un giorno di fuoco, la terza degli Infidi, e Cesare che sempre attacca, marcia, sprona i soldati; si erge una vocina che dice “Prof…ma bellum…?
Prof… ma castra…?”

“Sì, in effetti, lo faccio, qualche volta”

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29 pensieri su “La regola dell’avere smalto e della fissità del latino

  1. Gli smalti più in voga hanno colori bellissimi; delle mie alunne soltanto una li usa e li cambia quasi ogni giorno. Ne ho visto uno giallo limone 😯 La bimba, però, produce mostri, quando traduce.

  2. io ormai sto sperimentando le tabelle inverse, quelle fatte così:
    -a = nom sing m/f I decl.; abl. sing m/f I decl.; nom/voc/acc neutro pl. II decl…
    -ae =
    e così via, perché il problema non è saperle cantando (quelli un po’ studiosi ci arrivano), quanto avere sulla punta delle dita tutto quello che può essere una roba che finisce in -is o in -e.

  3. Unghie troppo corte, non uso smalto. Ma ho sempre imparato declinazioni e coniugazioni, latine e greche, giocando a palla in corridoio. Alla fine del ginnasio sapevo fare una splendida rovesciata!

    1. Gli è che non ho il corridoio per farceli giocare, a palla, in casa mia. Come le imparai io, non me lo ricordo più. Pomeriggi lontani, telefonata di rito alla compagna di banco, musica in sottofondo e i libri. Di certo, la rovesciata non fu mai il mio forte 😉

  4. Mai provato a ripetere a voce alta mentre ci si passa la piastra? Ottima strategia. All’università avevo sempre i capelli in ordine, più di oggi. Per correggere le mani mi occorrono pronte all’uso.

    1. La piastra! Che con lo spaventapasseri che mi porto in testa sarebbe utile ora. Allora no, ero tutta riccioli (e declinazioni) 🙂

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