One hit wonder

Ce l’abbiamo fatta. I giorni di cotidie pluvia paiono finiti. Le acque del Maggiore, sarà per la quarantena di quell’acqua, sono limpide e invitano al tuffo. L’estate è qua, la stagione dei sandali piatti fatti di niente, delle carni esposte, delle carni alla brace, la stagione poco sobria, la stagione dell’ammore che viene e va, luglio non è certo il mese dei ripensamenti sugli anni e sull’età.

Luglio è un po’ come quando hai quindici anni e il must era indossare il bikini bianco come quello della Salerno, non Reggio Calabria, nel video in piscina.
E mamma ti diceva bianco no, si vede tutto. Qualcuno invece proprio ieri lo assolve, quello scendere del costume.
E spera che ritorni presto l’era del costume bianco.

Luglio è come a chi mi chiese cosa fai nella vita e risposi insegno latino. Che bello, balli, salsa, merengue. No, non quel latino lì, a dirti il vero. E c’era Chiara a dirmi i tuoi capelli sono uguali a quelli. Della ragazza vestita di giallo nel video della lambada. I capelli, però, il culo no. Non quel latino lì, a dire il vero.

Ma come sono davvero le nate alla fine di luglio, ditemi, se a tutte son piaciuti, almeno sulla carta, biondi. Controllate. Che non tifino Argentina dal novanta per via del biondino, che non aspettino da sempre il loro Pippo from Ibiza, senza esserci mai andate alle balleari. Gli tagli i capelli un attimo al biondino e via la forza al Tarzan boy, scemine di luglio.

Oppure ditemi se almeno alla fine di un secolo ci si può svegliare nella New York di una canzone e vivere la vita pazzamente, una vida loca, vedendo alle spalle qualcosa di alto, di grande che ora non c’è più. E contare in quante città può ancora capitare. I feel a premonition that girl’s gonna make me fall.

Poi si torna piccoli. Molto. Si ascoltano conversazioni adulte seduti sulla sabbia che ti gratta negli anfratti, col secchiello in mano. Mentre tua madre fa la fittizia amicizia di mare coi vicini di ombrellone, tu senti dire a una donnona romana che per lei Iglesias è Dio. L’informazione ti rimane là, nemmeno fai le elementari, posizioni agnostiche le devi ancora conquistare, cosa c’entri il medio campidano con la creazione, nemmeno puoi saperlo.
Fino alla valigia, quella di un lungo viaggio. Al bilancio sbagliato.

La musica è finita. Buona estate.
Graditissimi i vostri tormentoni.