Cosa fai nel quarto d’ora di nervosismo più intenso. Un tempo chiamavi a raccolta gli amici per telefono, quei lunghi pomeriggi voci ora disciolte nelle righe di whatsapp.
Non c’è bisogno nemmeno di raccolta, sono in cinque a offrirsi per venirti a prendere dopo l’esame.
Mentre guidi con l’idea che appena a casa ti strappi le calze dalle cosce che appiccicano e che magari domani ti scoppia una vena. Come si fa, cribbio, a pensare in aprile. Sto flusso di coscienza.
Cosa fai nel quarto d’ora di nervosismo più intenso. Scrivi.
Di sicuro un novenario esce.
Stamattina sei rimasta lì inebetita davanti alla Germania di Tacito paragrafo 1 nemmeno un nominativo si metteva a posto, li ho guardati e ho detto “lo facciamo domani”.
Domani prima delle vene.
Non quelle fervide degli adolescenti. Le mie, ciofecose.
Cosa fai nel quarto d’ora di nervosismo più intenso. Ti spinzetti qua e là. Il virile dinoccolato dell’ufficio non ha ceduto alle mie ipnosi. Pensare che c’è gente convinta che se si mette in girotondo intorno a un lago e preghi dicendo cose positive all’acqua, il lago si disinquina. Pensare che codesta gente cresce tutta intorno a noi. Pure il virile dinoccolato è uno di questi però dovrei dirglielo l’ipnosi ha funzionato una cippa, vah, studia fisica, vah.
Cosa fai nel quarto d’ora di nervosismo più intenso, prima di domani.
È passato in 15 minuti sto quarto d’ora.
Vah.
Ma…il rituale del lago esiste davvero? Giuro che non l’ho mai sentito eppure qualche personaggio strano lo conosco pure io.
Masaru Emoto: cerca sul web, ti si apre il mondo di quelli che pregano l’acqua perché si autopurifichi. (Poi magari non vanno a votare al referendum sulle trivelle, però vuoi mettere)
Digli che preghino perchè il vino aumenti di grado. E la fetta di soppressa con l’aglio si ispessisca, va.
Quanto mi ti rivedo, certe volte, cara mia. Benedetto wordpress ché mi sento meno scema, al mondo
Tesoro, che succede?
Mi accodo a Spersa, que te pasa?