lo smerdphone (e mille parentesi)

è lì splendido splendente. Ci ho passato ore, metti l’account togli l’account. Impostazioni. Memoria insufficiente. Touchscriììn, li mor-touch sua. E così ora le emails non mi arrivano né qui né lì; feisbuk che te lo dico a ffare, cambi di identità che nemmeno io so più chi vorrei essere (oltre a Julia Roberts che se esiste una bellona dello schermo cui vorrei somigliare è stata sempre e soltanto la Julia Roberts, si aggiunga il fatto che a 44 anni ha avuto due bei gemellini e mi mette speranza di una vita migliore insomma).  Sto tuitterando, quello sì. E grazie al cielo ho anche ricominciato a leggere i giornali. Così la Concordia affonda, i capitani coraggiosi mi fanno venire in mente solo l’ottavo del Paradiso e noi che facciamo re di tali che son da sermone, ottavo sì, nano incluso. E la finta concordia? Quella di chi pensa di essere sempre dalla parte del giusto e tutta questa visibilità mediatica la usa per avere una claque che non avrebbe mai? E il Maroniday? Che se penso a twitter che mi dava ogni 30 secondi aggiornamenti su parole che una costituzione sana e robusta non dovrebbe tollerare di pronunciare in un teatro? E quelli lì con il fazzolettino verde (chi lo usa ormai per le bave) e io che spiavo tra le foto per vedere se ci fosse qualche alunno e genitore di alunno sognando insufficienze e bocciature compensative (per me?)? Sì lo so che non si fa. Ma non si fa nemmeno di scavalcare consigli di classe o coordinarli di sottecchi. E anche questo sono le mie settimane passate. Con la Garrula degli Indeponenti che mentre spiego l’Ultimo Canto di Saffo e la rupe e il suicidio e l’amore per Faone chiede delucidazioni perché ma lei non ci aveva detto che “ma non era dell’altra sponda?”. Roba da chiodi. Menomale che mi sto leggendo Malvaldi che mi fa sorridere perché le cose leggere non sono mica tutte stupide. Ah: uno dei mie giorni preferiti è la festa di Sant’Antonio a cui non chiedo mai abbastanza bene o forse in pessimo italiano ma c’ero e devo dire che lo smerdphone fa delle foto bellissime. Così ve le posto al solito posto, io me ne torno in quel posto perché mi sento ancora un po’ di smerdphone.

19 pensieri su “lo smerdphone (e mille parentesi)

    1. fulminato? è partito un pistolotto che perfino io mentre parlavo temevo non finisse più. 😉
      conserva pure un cell normale. il mio smerdphone è un regalo di natale.

  1. il tuo sant’antonio. il mio sant’antonio. e il nostro. sei troppo cerebrale per essere anche tennologica. ti manca quello sparso che tiene in moto me. ma io sono avanti di anni. mi devi prendere. ma dirti che c’hai tutto davanti sarebbe una balla, c’hai troppo dietro. e non è abbastanza buttato alle spalle.

  2. Allora, nell’ordine:
    – morte allo Smartphone (anche io regalo, l’anno scorso: è durato 6 mesi e poi si è rotto per sue misteriose ragioni)
    – sulla Concordia, gli italiani, quasi tutti, hanno perso una occasione per tacere
    – su Garrula: bene per il predicozzo, doveroso!

    ma soprattutto: no, ti prego, no. Malvaldi no!

    1. ‘Povnina ti prego, mi devi perdonare. Io sarei anche una buona lettrice. Ma qualcosa non quadra. Libri lasciati all’inizio, il mio Roth terminato per sfinimento senza gioia. E’ la seconda volta che mi accade in 20 anni. Una librite. Passerà. Di Malvaldi sto apprezzando i passaggi di registro (li apprezzo sempre, in realtà).

      1. Ma allora, anche nel genere, meglio Carofiglio, meglio Piazzese, meglio Colin Dexter, meglio Christopher Morley, meglio la Beaton, meglio (mi dicono tutti – io lo provo appena finisco quello che ho in lettura, che non mi esalta) De Giovanni… Io amo il poliziesco, intendiamoci. E per fare i salti di registro di Malvaldi basta un mio alunno medio. Di prima.

        1. ecco il busillis: i miei alunni nessun salto di registro, nemmeno di quinta. Anzi proprio quelli aiuto. Ecco il secondo busillis: non amo il poliziesco (Piazzese mi piacque ma non farei mai bis). Il terzo busillis non lo cerco gnanche. Come lettrice mi sento in soggezione mo’. Ecco.

  3. Che smerdphone è?
    il mio è molto fico. Cioè, gli ho messo una copertina molto fica. A forma di musicassetta. Fucsia. Fa molto anni-90-nostalgica-retrò.
    Ecco, però tipo, vedi? a me serve. Perchè non lavoro in una scuola sola, fissa. Cioè, non lavoro proprio in una scuola. Ma in 6 paesi diversi tra aziende e privati. E mi contattano solo via mail per comunicazioni anche urgenti. Se non avessi lo smerdphone sarei nella merd.
    Ma ce l’hai instagram per le foto? è una figata!

    1. l’ho scelto in base al colore come faccio con le auto e come faccio forse con altro che non ti sto a dire. ti sto a dire che ho pessimi risultati applicando i miei criteri. machevitafaaaaaai! sudo solo a leggerla. instache? quai solo instabilità anche per le foto.

  4. noi siamo ancora ai cellulari cellulari, la figlia ha giusto un touch screen che se le suona che è sotto la doccia e mi dice senti chi è devo sperare che dall’altra parte si stufino prima di quanto riesca io a rispondere (lei arriva puntualmente, grondante, mentre son lì con aria ebete a guardare sta diavoleria tecnologica… e sospira…)
    son targata cartagine…e me ne vanto! e quelli che “non si arriva a fine mese” ma poi ci han “la tavloletta” li porterei tutti in vacanza in Patagonia a spalare guano… ^^
    (sulla Concordia vai a leggerti “casta crociera” di Taravaglio, sul Fatto…delizioso…)

    1. son targata cartagine te la rubo subito se posso. io di solito parlo di medioevo personale dove minaccio di tornare ad ogni pié sospinto. ma minaccio a vuoto.

  5. a me babbo natale di due natali fa mi portò il sìphone. e non ho mai avuto niente di più bello. ho ancora un rapporto antipatico col telefono, ma il siphone è una consolazione.

    1. è che a me non fu babbonatale ma un babbodiminkia(napolis) a regalarlo e mi parve tanto un Egophone. ah, la consolazione per me è un termosìphone. Se acceso, distratta ci appoggio le mani di schiena e ci chiacchiero a scuola, coi colleghi. Alcuni.

Scrivi una risposta a madama bavareisa Cancella risposta