Quei libri che compri così, a copertina chiusa, per il titolo forse, ti senti in dovere se ti senti chiamata in causa, te , la tua professione così in spolvero ai primi di settembre, o forse perché agli einaudi bianchi non resisti. Che vizio imperdibile, gli einaudi bianchi.
Chiuso in un sacchetto da maggio, lo apro a settembre e sono a Tokyo. Un mio sogno nemmeno tanto segreto, quello di gironzolare per Tokyo. Pagina dopo pagina, mi chiamo Tsukiko, ho 39 anni, un pessimo carattere, trascino la mia vita di nomi-ya in nomi-ya fino all’incontro con un vecchio professore di giapponese del liceo.
La magia di quando non succede nulla perché il tempo a Tokyo è un’opinione, la mia; anzi il tempo è scandito di Haiku e di emozioni inespresse seduti al Kotatsu. Tsukiko è una che sa esitare, è una che esita con sicurezza, il professore è un gentiluomo d’antan dotato di pungente ironia, hanno la passione per le stesse pietanze, si versano da bere, litri di saké, ciascuno per conto proprio. Per contro proprio si amano, negandolo stagione dopo stagione, natura dopo natura, incombe il tempo della vera stagione, della vera natura, dell’età del professore.
Io sono stata Tsukiko tra atmosfere eteree, montagne, laghi, proprietari di locande che da che mondo è mondo tessono con eleganza l’ultimo atto ruffiano, ho dato un nome alla mia solitudine di prima, alla solitudine di dopo, ho dato forma a un amore universale, avrò sempre con me quella cartella del professore che tutto contiene, la vita stessa, la morte certa.
Con questa delicata immedesimazione, per questa limpida scrittura di Kawakami Hiromi, partecipo in modo trasandato ai Venerdì del Libro di Homemademamma.
ho amato quel libro, che (come molti) parlava di me.
(visione yoginocentrica dell’universo, lo so.)
lo stai dicendo a una che si è chiamata il blog intestandosi, anzi intestardendosi, una città, lo stai dicendo.
E a chi non professa puó andar bene uguale?
perfetto. è una storia d’amore. quindi professiamo tutti, chi più chi meno 🙂
Che bella recensione. Complimenti! Mi affascina questo libro, mi incuriosisce, forse per il titolo, come è successo anche a te, forse perché ne hai fatto un ritratto così delicato che è impossibile resistere alla tentazione di leggerlo. Peccato che, con gli impegni scolastici, il ritmo delle mie letture non sia più quello estivo. Magari aspetto le vacanze di Natale …
Buona giornata.
sto traversando un periodo strano: ho accumulato libri perché pensavo che in estate avrei letto tanto e l’estate è stata fiacca; ora che non ho più quel tempo i libri mi catturano, leggo in piedi ovunque. Non è il mio ritratto ad essere delicato, ma il libro stesso. Prova e dimmi, quando sarà.
Come scrivevo quasi un anno fa da me, ho sempre un rapporto strano con gli autori nipponici. Ma, è certo, tu mi spingi a provare per l’ennesima volta ad aver ragione di me!
ricordo, siamo partite un anno fa se non sbaglio da norwegian wood che era balzato subito in testa nella lista dei miei preferiti di sempre. Questo è meno eh, intendiamoci. Domanda: è così necessario avere ragione di sé? (avrei certi outing…ehm ehm)
Risposta: sì. Si chiama accettazione della fascia media dell’esistenza. Che è quella in cui, purtroppo o per fortuna, avviene il 90% della vita.
è solo che alle volte fa un po’ male. non sono pigra, sono una cacasotto.
Norvegian wood cioè Tokyo blues sta nella mia top ten del cuore. Oh sì.
similis cum similibus per dirla in meneghino
Io invece sono proprio anche pigra. Però trovo che di solito poi, nonostante il male, sto meglio… Comunque ho capito che prima o poi ‘sto nippo mi tocca di nuovo.
io sono dentro a De Lillo ora. e che male, che male. Mi sta scavando quel libro. Ne parleremo.
Bella l’iniziativa che segnali e bella la rece! Mi piace sempre il tuo modo di raccontare, scivolando tra le parole come se i tuoi pensieri fossero il mare che ti porta. Un po’ te lo invidio 😉
Ma mi hai detto una cosa bellissima. Come si fa la faccia che arrossisce?
Anche a me è venuta voglia do provare a leggerlo, grazie del suggerimento.
Grazie a te, di tenerne conto
che meraviglia gli einaudi bianchi… quando poi sono in fila uno accanto all’altro… non si può capire! 🙂
Infatti nel marasma di libri ovunque di viadellago c’è un piccolo scaffalino BIANCO con una selezione di einaudi BIANCHI. (Una nevrosi?)
Confesso una certa mia nevrosi di mettere vicini gli einaudi bianchi e iselleri blu. Perchè han bisogno di sentirsi uniti, lo sento. 🙂
io di selleri blu, forse una mano basta e avanza. l’altra nevrosi possibile sono gli adelphi, magari gialli. Gialli gialli 🙂
E col Kindle come la mettiamo, poi? 🙂
Però, ragazze quanto leggete. Ma come fate? 😦
sul kindle boh, ho ancora qualche perplessità. a dir il vero su di me le ho, non sul kindle 🙂
vuoi ridere? non avevo capito chi fossi quando hai commentato il mio blog, sono venuta a controllare e…ecco, stamattina il tuo è finito nella mia lista 😀
non mi stupisco più di nulla qui dentro. il tuo è già su anobii, in cima. 🙂
Che fascino la tua recensione così appassionata e sentita, mi hai conquistata!me lo segno subito!buon weekend!
ma troppo gentile. and Welcome here! 🙂
bellissima recensione!!!!
no no, è il libro che è bello, o perlomeno è piaciuto a me 😉
unica autrice giapponese letta è B.Yoshimoto, quindi questo me lo segno… per ampliare, grazie del suggerimento
che invece è l’unica che non sono mi riuscita a leggere io. Ma riprovero, oh, se riproverò. 🙂
ah ah ah bene lo metto nella lista per i libri per natale:)
non conosco questo autore, grazie per la preziosa informazione,
sono sempre contenta di conoscerne di nuovi.
un caro saluto!