Cita un libro: #ioleggoperché 7

A scandire la settimana, il gioco dei blog che partecipano alle iniziative di #ioleggoperché, alle ultime battute. Come messaggera è ora che io vada a ritirare i libri prima possibile e oggi terminerò di rifinire l’evento pensato con la collaborazione della biblioteca del Durocome. Durocome che è messo a dura prova, eccome, questa settimana per quanto ho già raccontato.

Scontato dire la vita e la morte, l’amore e la morte.
Temevo il tema della morte, lo temo da sempre, fino a quando mi ha steso. Su un lettino con alle spalle un tizio tra le mani un taccuino. Di morte, ahimé, sto blog ne parla spesso, e delle energie che la scrittura può, contro.

Avrei voluto citare una canzone, rischiando il fuori concorso (che già ci sono andata vicino con l’Artusi eh, e devo ancora ringraziare Gaber per la menzione speciale)

Poi mi son decisa con un volo tutt’altro che pindarico, e la collina è venuta da me. Dormono, dormono tutti sulla collina.

Lei è Serepta Mason, chi mi conosce o mi legge, sa perché.
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La vincitrice meritatissima e recidiva, senza attenuanti della settimana precedente è Murasaki: da lei anche di nuovo le regole, per chi volesse partecipare in corsa.

20 pensieri su “Cita un libro: #ioleggoperché 7

  1. Di Baricco ho letto solo “Oceano mare” e ho deciso che con me ha chiuso, anche se credo che, in tutta la sua produzione, “Novecento” si salvi. Già non mi piaceva prima, ho iniziato a detestarlo quando a scuola ho nominato l’ “Iliade” e un allievo ha esclamato: “Ah, quella di Baricco!”. 😯

    Detto questo, non mi stupisco che questo romanzo non ti sia piaciuto.
    Buona domenica, caro Frz. Un abbraccio.

    1. Marisa, per un attimo ho pensato di aver citato Baricco senza essermene accorta! Pfiuuuu. 😉 mi sa che si sono accavallati i commenti e, parlando di Iliade, i cavalli non van bene!

      1. Oddio, scusami. Sono mortificata. 😦 In realtà il commento era indirizzato ad un amico blogger che parlava di Baricco. Ecco cosa succede a rispondere in fretta e dal lettore WP. Infatti, il tuo post sta esattamente sopra il suo. 🙂
        Ne approfitto per dire che questa iniziativa mi sembra molto bella e interessante. Purtroppo per me è un momento di grande lavoro, e relativo stress, per questo non riesco a star dietro a tutto come vorrei … e sbaglio pure di postare i commenti.

        Buona domenica. Un abbraccio.

  2. Avevo pensato anche io a Masters, poi mi sono decisa per una cosa ancora più metaforica.

    (Di sopra potete ammirare: mille e una ragione per le quali è poco opportuno commentare non in calce al post, dopo averlo letto regolarmente, ma dalla bacheca di wp 😛 )

    1. Sono arrivata a Masters perché in verità mi martellava dentro De André. Forse è un pizzico scontato ma con l’originalità ho esagerato settimana scorsa. 🙂

  3. Masters è una tappa obbligata parlando di morte, in Italia, e qualcuno doveva ben citarlo! Ma la morta che rimprovera i vivi di non capire nulla della vita mi piace: è una bella tessera del mosaico ^__^

    1. Sì, la citazione mi piaceva per questo, proprio per questo “non avete capito niente”, detto da un altro luogo, dove speri fino in fondo che ci sia e che ci si capisca.

  4. L’Antologia di Spoon River, troppi anni sono trascorsi da che lo lessi. Mi ricordo che alcune epigrafi mi commuovevano, questa deve essere una di quelle. Per forza.

  5. anche se poi, in italia, difficile dire se siano più quelli che hanno conosciuto l’antologia tramite de andrè o viceversa ascoltando de andrè abbiano scoperto che raccontò masters in musica (io appartengo ai viceversa, caso mai tu volessi iniziare a fare una statistica)

  6. Ho molto amato l’Antologia da ragazzina, ho scoperto prima De André ma con altre canzoni, mentre quelle dedicate a Spoon River le ho conosciute successivamente al loro modello letterario, ma in seguito le ho amate anche di più. Anch’io ho scelto, in un certo senso, una “morte giovane” per la la mia citazione, anche se lì prevale l’aspetto del “non importa il quanto, importa il come”, o meglio, forse, l’idea che indipendentemente dalla durata, è l’idea in sé di qualcosa che finisce che dovrebbe spingerci a usare il tempo nel modo più “nostro” possibile. Scontato anche questo, forse, ma tocca corde che in questo momento mi riguardano molto da vicino.
    Un abbraccio
    Alexandra

  7. Per quel che può valere come statistica Masters l’ho letto al liceo grazie alla prof di italiano, e mi è piaciuto molto, De Andrè ho iniziato ad ascoltarlo seriamente solo anni dopo.

  8. L’Antologia era uno dei pochissimi libri che esistevano a casa mia prima della mia nascita. credo di aver iniziato a sfogliarlo già alla fine della scuola elementare.

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